Chi si diverte impara... anche a scuola
Quotidiano 20 minuti | Intervista: Chi si diverte impara 20.03.2018
Isabella Cassina, Specialista in Gioco Terapeutico e formatrice, intervistata dal Quotidiano 20 minuti, inserto Formazione, parla dell'utilizzo del gioco nel contesto educativo.
Sette ore per imparare ad abbassare le difese; giocare con i propri allievi, sfruttare il gioco come strumento didattico, troppo e purtroppo sottovalutato finora nelle scuole. Sabato prossimo, dalle 9 alle 17, nella sede della Croce Rossa di corso San Gottardo, Isabella Cassina, specialista in Gioco terapeutico e cofondatrice nel 2015 a Lugano di Ina (International Academy for Play Therapy Studies and Psychosocial Projects), accoglierà i docenti che vogliono provare ad insegnare in maniera alternativa e, giura, più efficace.
Isabella, allora è vero: il gioco non è solo un divertimento, giocando s’impara?
«Il gioco non è solo il linguaggio primario di ogni bambino, ma anche l'attività prevalente attraverso cui inizia a conoscere il mondo. "Sii serio, non stiamo giocando!" è un'affermazione tanto frequente quanto inesatta».
In che modo aiuta l’apprendimento?
«Quando giochiamo siamo attivi, presenti, coinvolti, senza però sentirci pressati o ansiosi. Contrariamente ad attività puramente cognitive e nozionistiche, quando giochiamo coinvolgiamo tutte le aree del cervello e promuoviamo la loro integrazione».
Ha detto "siamo": dunque vale per tutti, anche per i grandi?
«Le neuroscienze dimostrano che in un "ambiente arricchito", plasmato da elementi quali gioco, relazione e sicurezza, si offre a bambini, e non solo, un'esperienza di apprendimento più piacevole e soprattutto più efficace, a breve e lungo termine».
Oggi le scuole lo usano ancora poco: che cosa ci perdono?
«Utilizzare consapevolmente il gioco a scuola permette di mantenere il proprio programma formativo migliorando l'atmosfera generale in classe. Diminuiscono anche i problemi, come distrazione, difficoltà di apprendimento, paura, disinteresse. Naturalmente, l'utilizzo di attività di gioco mirate nelle classi scolastiche deve essere adeguato all'età degli allievi, alle loro abilità e agli obiettivi prestabiliti dall'insegnante».
Una giornata può bastare a convincere e a insegnare come si fa?
«Le possibilità di formazione per docenti sono molteplici, più o meno lunghe a seconda dell'obiettivo. Quello che organizziamo a Chiasso, della durata di 7 ore, è un'introduzione. Si rivolge ai docenti di scuola dell'infanzia ed elementare interessati ad apprendere una serie di attività basate sul gioco utili nel migliorare le relazioni, promuovere lo sviluppo di competenze e favorire l'apprendimento degli allievi in classe. Il corso è strutturato per permettere ai partecipanti non solo di apprendere nuove nozioni, ma anche e soprattutto di comprendere e praticare in prima persona attività da replicare in classe».
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